A cosa serve tutto ciò?

E’ la domanda che – sperabilmente – quei quattro che per avventura passassero per questi lidi si porranno.

Ed è la domanda che pochi amici si sono posti in un freddo e terso mezzogiorno di inizio gennaio. Di fronte ad un aperitivo (analcolico, naturalmente).

Le ragioni, a quegli amici, son sembrate tante – o almeno bastevoli, via! – ed il corso della vita di questo luogo virtuale potrebbe offrirne di nuove; ma ve n’è una fondante, prioritaria, direi quasi generatrice: se le opinioni, le posizioni si condividono, quasi offrendole in sacrificio sull’altare del dialogo democratico, nondimeno esse nascono con la vocazione a divenire, prima o poi, scelte (almeno quando son buone e sincere: lo so sono ingenuo, ma … è cosa deliberata, non preoccupatevi!).

E le scelte, una volta assunte, hanno l’innegabile pregio di porre sulle spalle di chi le fa ogni bene e pure ogni male che naturalmente si portan dietro, con tutta la ridda di rinunce ch’hanno dovuto imporre. Così come, diciamo, ogni corrispondente male e bene ammanniscono a chi le ha avversate.

Ecco dunque il primo perché di tutto ciò: stiamo nell’anticamera, in ascolto attento e vigile a quanto accade dentro. E non origliamo poggiando l’orecchio alla porta, ma ascoltiamo le voci che, per forza di cose, arriveranno fino a qui fuori e che abbiamo il diritto di ascoltare. Quelle voci ci diranno delle opinioni, delle scelte, delle opposizioni e, in ultimo, delle responsabilità.

Sarà divertente, speriamo, per tutti; noi fin qui ci siam già divertiti alquanto.

Max

4 pensieri su “A cosa serve tutto ciò?

  1. Premetto, condivido i criteri indicati dalla minoranza del Direttivo per la scelta del Responsabile delle scuole della CPR. Non mi viene però da ridere quando, in un’associazione cui tengo, si determinano scelte che penso potrebbero essere migliori se diverse. Anzi spero sia sbagliata la mia idea e non quella che critico, perché in caso contrario a perdere è anzitutto la CPR. Mi chiedo quindi perché riderne, e perché in forma anonima. Non penso questo aiuti un confronto costruttivo nel merito. Maurizio Antonelli

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    1. Caro Maurizio innanzitutto grazie per il tuo commento e l’attenzione che vuoi dedicare a questa iniziativa. Vado al dunque.
      “Perché riderne”: forse perché ci appare un modo “serio” di affrontare gli argomenti, sdrammatizzandoli e cercando, contrariamente a quanto ci pare sin qui accaduto, di stemperare un’atmosfera che a tratti sembra un poco greve. In realtà l’intento – forse non riuscito – non era tanto quello di “riderne” quanto quello di “sorridere” insieme e scambiarsi così le reciproche impressioni.
      “Perché in forma anonima”: le idee – e le parole che le rappresentano – dovrebbero, nell’intenzione di questo progetto, avere prevalenza sulle persone che le propugnano; proprio per dare alla nostra Camera una vitalità nuova che, in qualche modo, possa, almeno inizialmente, prescindere dagli individualismi. E poi, consentici un immeritato vezzo letterario: scrivere sotto pseudonimo non è cosa ignota al mondo della polemica!
      Non voglio convincerti, ma solo offrirti il punto di vista che ci ha mosso.
      Se vorrai ancora seguirci saremo lieti ed anche, sinceramente, onorati; diversamente, se la nostra forma di comunicazione non ti aggrada, faccelo sapere, anche in privato all’indirizzo email lanticamera(at)gmail.com, e non ti infastidiremo oltre.
      Noi però speriamo di averti ancora tra i nostri lettori: se non altro, un sorriso te lo garantiamo!
      Max

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  2. io, molto più semplicemente, mi chiedo: perché non ho ricevuto alcuna mail al riguardo (apprendendo della nuova iniziativa solo grazie alla benevolenza di “una Collega a me vicina”)? Questa sottile forma di discriminazione è dovuta alle mie origini siciliane? O, piuttosto, alla mia fede juventina? Vi prego, in un momento del genere, dimostrate la vostra tolleranza e ricordatevi anche di me anche sono piccolo e (bianco)nero! Io, comunque, continuerò a seguirvi
    Buon lavoro

    Vincenzo

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